Un sofista elogia l’ingiustizia
σκοπεῖσθαι δέ, ὦ εὐηθέστατε Σώκρατες, οὑτωσὶ χρή, ὅτι δίκαιος ἀνὴρ ἀδίκου πανταχοῦ ἔλαττον ἔχει. πρῶτον μὲν ἐν τοῖς πρὸς ἀλλήλους συμβολαίοις, ὅπου ἂν ὁ τοιοῦτος τῷ τοιούτῳ κοινωνήσῃ, οὐδαμοῦ ἂν εὕροις ἐν τῇ διαλύσει τῆς κοινωνίας πλέον ἔχοντα τὸν δίκαιον τοῦ ἀδίκου ἀλλ’ ἔλαττον· ἔπειτα ἐν τοῖς πρὸς τὴν πόλιν, ὅταν τέ τινες εἰσφοραὶ ὦσιν, ὁ μὲν δίκαιος ἀπὸ τῶν ἴσων πλέον εἰσφέρει, ὁ δ’ ἔλαττον, ὅταν τε λήψεις, ὁ μὲν οὐδέν, ὁ δὲ πολλὰ κερδαίνει. καὶ γὰρ ὅταν ἀρχήν τινα ἄρχῃ ἑκάτερος, τῷ μὲν δικαίῳ ὑπάρχει, καὶ εἰ μηδεμία ἄλλη ζημία, τά γε οἰκεῖα δι’ ἀμέλειαν μοχθηροτέρως ἔχειν, ἐκ δὲ τοῦ δημοσίου μηδὲν ὠφελεῖσθαι διὰ τὸ δίκαιον εἶναι, πρὸς δὲ τούτοις ἀπεχθέσθαι τοῖς τε οἰκείοις καὶ τοῖς γνωρίμοις, ὅταν μηδὲν ἐθέλῃ αὐτοῖς ὑπηρετεῖν παρὰ τὸ δίκαιον· τῷ δὲ ἀδίκῳ πάντα τούτων τἀναντία ὑπάρχει. λέγω γὰρ ὅνπερ νυνδὴ ἔλεγον, τὸν μεγάλα δυνάμενον πλεονεκτεῖν· τοῦτον οὖν σκόπει, εἴπερ βούλει κρίνειν ὅσῳ μᾶλλον συμφέρει ἰδίᾳ αὑτῷ ἄδικον εἶναι ἢ τὸ δίκαιον. πάντων δὲ ῥᾷστα μαθήσῃ, ἐὰν ἐπὶ τὴν τελεωτάτην ἀδικίαν ἔλθῃς, ἣ τὸν μὲν ἀδικήσαντα εὐδαιμονέστατον ποιεῖ, τοὺς δὲ ἀδικηθέντας καὶ ἀδικῆσαι οὐκ ἂν ἐθέλοντας ἀθλιωτάτους. ἔστιν δὲ τοῦτο τυραννίς, ἣ οὐ κατὰ σμικρὸν τἀλλότρια καὶ λάθρᾳ καὶ βίᾳ ἀφαιρεῖται, καὶ ἱερὰ καὶ ὅσια καὶ ἴδια καὶ δημόσια, ἀλλὰ συλλήβδην· ὧν ἐφ’ ἑκάστῳ μέρει ὅταν τις ἀδικήσας μὴ λάθῃ, ζημιοῦταί τε καὶ ὀνείδη ἔχει τὰ μέγιστα — καὶ γὰρ ἱερόσυλοι καὶ ἀνδραποδισταὶ καὶ τοιχωρύχοι καὶ ἀποστερηταὶ καὶ κλέπται οἱ κατὰ μέρη ἀδικοῦντες τῶν τοιούτων κακουργημάτων καλοῦνται — ἐπειδὰν δέ τις πρὸς τοῖς τῶν πολιτῶν χρήμασιν καὶ αὐτοὺς ἀνδραποδισάμενος δουλώσηται, ἀντὶ τούτων τῶν αἰσχρῶν ὀνομάτων εὐδαίμονες καὶ μακάριοι κέκληνται, οὐ μόνον ὑπὸ τῶν πολιτῶν ἀλλὰ καὶ ὑπὸ τῶν ἄλλων ὅσοι ἂν πύθωνται αὐτὸν τὴν ὅλην ἀδικίαν ἠδικηκότα· οὐ γὰρ τὸ ποιεῖν τὰ ἄδικα ἀλλὰ τὸ πάσχειν φοβούμενοι ὀνειδίζουσιν οἱ ὀνειδίζοντες τὴν ἀδικίαν.
Platone
2016 I anno
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Mio ingenuissimo Socrate, bisogna guardare alla questione in questi termini: un uomo giusto è sempre sfavorito rispetto a uno ingiusto. Per cominciare, negli affari che si hanno gli uni con gli altri, se uno di quel genere dovesse avere entrare in relazione con uno di questo genere, non troveresti mai che nella risoluzione del rapporto l’uomo giusto è avvantaggiato rispetto all’ingiusto, ma svantaggiato; poi, in quelli che si hanno con la città, quando si devono versare delle tasse, l’uomo giusto, a parità di patrimonio, versa di più, e l’altro meno, e quando invece si riceve del denaro, il primo non guadagna nulla, e il secondo invece molto. E infatti, nel caso in cui l’uno e l’altro esercitino qualche carica pubblica, il giusto, quand’anche non ci perda nient’altro, ne ricava che i suoi affari privati peggiorano perché non se ne può curare, mentre non ottiene nessun vantaggio sfruttando la cosa pubblica, perché è giusto; e oltre a questo viene in odio ai suoi familiari e ai suoi conoscenti, nel caso in cui non voglia far loro un favore andando contro la giustizia; l’ingiusto, invece, ottiene esattamente l’opposto di tutte queste cose. Sì: io intendo quell’ingiusto di cui parlavo poc’anzi, quello che sa procurarsi dei grandi vantaggi. Tieni presente lui, se vuoi giudicare quanto sia più conveniente della giustizia per sé stessi, in privato, essere ingiusti.
Te ne renderai conto nella maniera più semplice se andrai col pensiero alla più completa forma di ingiustizia, quella che rende il suo autore più fortunato e coloro che l’hanno subita, e che non oserebbero commetterla, più sventurati. Si tratta della tirannide, che, vuoi con l’inganno vuoi con la violenza, sottrae i beni altrui, sacri e profani, privati e pubblici, non poco alla volta, ma tutti insieme: azioni per ciascuna delle quali singolarmente, se si è scoperti a commettere l’ingiustizia, si è puniti e si ricava il massimo biasimo – quelli che infatti commettono ingiustizia nell’ambito singolare di ciascuno di questi delitti vengono chiamati sacrileghi, schiavisti, depredatori di case, truffatori e ladri -, ma nel caso in cui oltre a prendere i beni dei cittadini qualcuno soggioghi i cittadini stessi e ne faccia i suoi schiavi, gli autori di un simile atto non hanno questi nomi vergognosi, ma quello di felici e beati, dato non solo dai cittadini, ma anche da quanti altri sappiano che una persona del genere è arrivata a commettere l’ingiustizia tutta intera: perché chi biasima l’ingiustizia lo fa per il timore non di fare le cose ingiuste, ma di subirle.
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Domanda 1 of 14
1. Domanda
Nella frase ἔπειτα ἐν τοῖς πρὸς τὴν πόλιν, ὅταν τέ τινες εἰσφοραὶ ὦσιν, ὁ μὲν δίκαιος ἀπὸ τῶν ἴσων πλέον εἰσφέρει, ὁ δ’ ἔλαττον, ὅταν τε λήψεις, ὁ μὲν οὐδέν, ὁ δὲ πολλὰ κερδαίνει il τε che segue l’ ὅταν e dà inizio alla subordinata ὅταν… ὦσιν ha la funzione:
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Domanda 2 of 14
2. Domanda
Sempre nella frase ἔπειτα ἐν τοῖς πρὸς τὴν πόλιν, ὅταν τέ τινες εἰσφοραὶ ὦσιν, ὁ μὲν δίκαιος ἀπὸ τῶν ἴσων πλέον εἰσφέρει, ὁ δ’ ἔλαττον, ὅταν τε λήψεις, ὁ μὲν οὐδέν, ὁ δὲ πολλὰ κερδαίνει, la parola λήψεις è una seconda persona singolare dell’indicativo futuro di λαμβάνω.
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Domanda 3 of 14
3. Domanda
Nella proposizione ὁ μὲν δίκαιος ἀπὸ τῶν ἴσων πλέον εἰσφέρει qual è la migliore traduzione per il nesso ἀπὸ τῶν ἴσων?
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Domanda 4 of 14
4. Domanda
Nella frase τῷ μὲν δικαίῳ ὑπάρχει, καὶ εἰ μηδεμία ἄλλη ζημία, τά γε οἰκεῖα δι’ ἀμέλειαν μοχθηροτέρως ἔχειν, qual è la traduzione migliore per ζημία?
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Domanda 5 of 14
5. Domanda
Qual è, tra quelle proposte, la corretta traduzione per il frammento di frase ἐκ δὲ τοῦ δημοσίου μηδὲν ὠφελεῖσθαι διὰ τὸ δίκαιον εἶναι?
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Domanda 6 of 14
6. Domanda
La frase ἐπειδὰν δέ τις πρὸς τοῖς τῶν πολιτῶν χρήμασιν καὶ αὐτοὺς ἀνδραποδισάμενος δουλώσηται, ἀντὶ τούτων τῶν αἰσχρῶν ὀνομάτων εὐδαίμονες καὶ μακάριοι κέκληνται ha una vistosa irregolarità sintattica. Quale?
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Domanda 7 of 14
7. Domanda
Nel testo è menzionata la parola εὐδαίμονες, che come sai indica le persone felici e fortunate. Se ci si fonda sulla sua etimologia, essa fa capire che la loro fortuna dipende:
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8. Domanda
Il verbo ἀπεχθέσθαι usato nel testo è:
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9. Domanda
Qual è il soggetto della proposizione τὸ μὲν τοῦ κρείττονος συμφέρον τὸ δίκαιον τυγχάνει ὄν?
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Domanda 10 of 14
10. Domanda
Nella proposizione τοὺς δὲ ἀδικηθέντας καὶ ἀδικῆσαι οὐκ ἂν ἐθέλοντας ἀθλιωτάτους (il verbo sottointeso è ποιεῖ) il superlativo svolge la funzione di complemento oggetto?
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11. Domanda
Il discorso riportato nel testo è rivolto a Socrate da Trasimaco di Calcedone nel primo libro della Repubblica. Quale altro interlocutore di Socrate adotta argomenti simili in un dialogo platonico?
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Domanda 12 of 14
12. Domanda
Nella coppia καὶ ἱερὰ καὶ ὅσια, che si potrebbe tradurre con “cose sacre e profane”, è usato l’aggettivo ὅσιος. Qual è il significato con cui più di frequente lo si incontra?
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Domanda 13 of 14
13. Domanda
Di cosa si occupa principalmente la Repubblica, il dialogo dal quale proviene l’estratto che hai letto?
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Domanda 14 of 14
14. Domanda
Quale opera platonica contiene un ragionamento sulla figura del tiranno, quella cui si accenna verso la fine dell’estratto che hai letto?
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