Pisside in piombo E 122

Classe: Vasellame metallico Forma/Tipo: Pisside Materiale: Piombo Dimensioni: diam base 4,9; alt. con coperchio 4,7 Stato di conservazione / restauri: Lacunosa...

Classe: Vasellame metallico
Forma/Tipo: Pisside
Materiale: Piombo
Dimensioni: diam base 4,9; alt. con coperchio 4,7
Stato di conservazione / restauri: Lacunosa e deformata, non restaurata
N. Inventario: E 112
Collocazione: Settore G – Vetrina G1

Provenienza: Entella, Necropoli A – Fase ellenistica – Rinvenimento 1989

Contesto di provenienza: Tomba 79

Descrizione: Pisside cilindrica a base piana, con coperchio, con il quale forma un corpo unico a causa dell’ossido e delle incrostazioni.

Produzione: Non determinata
Cronologia: Fine del IV sec. a.C.
Bibliografia: R. Guglielmino, Necropoli A, «ASNP», s. III, XX, 2-3, 1990, 514-539; 538, tav. CXXVIII, 2.

 

Dagli oggetti alla storia:  Questa piccola scatola cilindrica chiusa da un coperchio fa parte di quella variegata categoria formale della pyxis (gr. πυξίς; lat. pyxis: vasetto o scatola di bosso) realizzata attraverso i secoli in molteplici forme e materiali (ceramica, osso, corno, avorio, metalli vari).


Nell’Antichità era destinata a profumi o cosmetici; in generale, ad oggetti di toeletta, come testimoniano le fonti (Luciano, Erot., 39) e la sua rappresentazione nelle scene figurate di questo genere, che la legano in particolare al mundus muliebris. Il rinvenimento – soprattutto in contesti funerari – di pissidi di piombo con tracce di cosmetici, conferma la destinazione particolare di questo tipo di contenitore, qualificando al tempo stesso il livello sociale del contesto di rinvenimento.


Tutte queste notazioni ben si adattano all’unico esemplare rinvenuto ad Entella, proveniente da una delle tombe più notevoli della necropoli protoellenistica (Tomba 79) che, con il suo pregiato corredo composto da 6 alabastra, vasi a vernice nera e figure rosse, specchi di bronzo e ambra, esprime l’elevato stato sociale ed economico di una defunta di cui conosciamo addirittura il nome, Takima, grazie ad un’iscrizione invocatoria.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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