Il legislatore e il medico
{ΚΛ.} Πῶς δὴ λέγομεν, ὦ ξένε, μηδὲν διαφέρειν τῷ κλέπτοντι μέγα ἢ σμικρὸν ὑφελομένῳ, καὶ ἐξ ἱερῶν ἢ ὁσίων, καὶ ὅσα ἄλλα ἐστὶν περὶ κλοπὴν πᾶσαν ἀνομοιότητα ἔχοντα, οἷς δεῖ ποικίλοις οὖσιν ἕπεσθαι τὸν νομοθέτην μηδὲν ὁμοίαις ζημίαις ζημιοῦντα;
{ΑΘ.} Ἄριστ’, ὦ Κλεινία· σχεδόν τοί με ὥσπερ φερόμενον ἀντικρούσας ἀνήγειρας, ἐννενοηκότα δὲ καὶ πρότερον ὑπέμνησας ὅτι τὰ περὶ τὴν τῶν νόμων θέσιν οὐδενὶ τρόπῳ πώποτε γέγονεν ὀρθῶς διαπεπονημένα, ὥς γε ἐν τῷ νῦν παραπεπτωκότι λέγειν. πῶς δ’ αὖ καὶ τοῦτο λέγομεν; οὐ κακῶς ἀπῃκάσαμεν, ὅτε δούλοις ὡς ἰατρευομένοις ὑπὸ δούλων ἀπῃκάζομεν πάντας τοὺς νῦν νομοθετουμένους. εὖ γὰρ ἐπίστασθαι δεῖ τὸ τοιόνδε, ὡς εἰ καταλάβοι ποτέ τις ἰατρὸς τῶν ταῖς ἐμπειρίαις ἄνευ λόγου τὴν ἰατρικὴν μεταχειριζομένων ἐλεύθερον ἐλευθέρῳ νοσοῦντι διαλεγόμενον ἰατρόν, καὶ τοῦ φιλοσοφεῖν ἐγγὺς χρώμενον μὲν τοῖς λόγοις, ἐξ ἀρχῆς τε ἁπτόμενον τοῦ νοσήματος, περὶ φύσεως πάσης ἐπανιόντα τῆς τῶν σωμάτων, ταχὺ καὶ σφόδρα γελάσειεν ἂν καὶ οὐκ ἂν ἄλλους εἴποι λόγους ἢ τοὺς περὶ τὰ τοιαῦτ’ ἀεὶ προχείρους ὄντας τοῖς πλείστοις λεγομένοις ἰατροῖς· φαίη γὰρ ἂν “Ὦ μῶρε, οὐκ ἰατρεύεις τὸν νοσοῦντα ἀλλὰ σχεδὸν παιδεύεις, ὡς ἰατρὸν ἀλλ’ οὐχ ὑγιῆ δεόμενον γίγνεσθαι.”.
{ΚΛ.} Οὐκοῦν λέγων τὰ τοιαῦτα ὀρθῶς ἂν λέγοι;
{ΑΘ.} Τάχ’ ἄν, εἰ προσδιανοοῖτό γε ὡς ὅστις περὶ νόμων οὕτω διεξέρχεται, καθάπερ ἡμεῖς τὰ νῦν, παιδεύει τοὺς πολίτας ἀλλ’ οὐ νομοθετεῖ. ἆρ’ οὖν οὐ καὶ τοῦτ’ ἂν πρὸς τρόπου λέγειν φαίνοιτο;
{ΚΛ.} Ἴσως.
2013 IV anno
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CLINIA. Come dunque possiamo dire, o straniero, che in nulla differisce colui che compie un furto, che sottragga poco oppure molto, e dai beni degli dei oppure da quelli degli uomini, e così per quante altre caratteristiche si possano attribuire a un furto che abbiano, l’una dall’altra, tutta la differenza del mondo, a cui è necessario – poiché sono varie – che il legislatore che punisce tenga dietro con pene per nulla uguali?
ATENIESE. Molto bene, o Clinia. È come se urtandomi, mentre me ne andavo per conto mio, mi avessi risvegliato, e mi avessi fatto ricordare – a me che già prima ci avevo riflettuto – che l’emanazione di leggi non è mai stata curata come si deve, per dirla nell’ambito del caso che ora (ci) si è presentato. E di nuovo, in che senso possiamo dire questo? Non abbiamo offerto un cattivo paragone, quando abbiamo paragonato a schiavi per così dire curati da schiavi tutti coloro per i quali si fanno oggi alle leggi. Bisogna infatti che una cosa simile sia ben conosciuta: che se un qualche medico fra quelli che mettono mano alla medicina con conoscenze empiriche (ma) senza teoria incontrasse un medico libero che discute con un uomo libero malato, (un medico) che faccia ricorso a discorsi vicini a quelli della filosofia e che trattasse della malattia dal principio, ripercorrendo nel discorso la natura generale dei corpi, subito riderebbe di gusto e non farebbe altri discorsi se non quelli sempre sulla bocca della maggior parte dei cosiddetti medici su simili questioni. Direbbe infatti: “Sciocco, tu non curi il paziente ma piuttosto lo educhi, come se avesse bisogno di diventare medico, non di guarire”.
CLINIA. E dicendo simili cose, non direbbe forse bene?
ATENIESE. Può darsi, ammesso che facesse conto anche che chiunque tratti così delle leggi, proprio come noi abbiamo appena fatto, educa i cittadini ma non svolge il suo compito di legislatore. Non darebbe l’impressione di dire a buon diritto anche questa cosa?
CLINIA. Probabilmente.
(PLATONE, Leggi IX, 857 b-e)
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Domanda 1 of 10
1. Domanda
Per citare un’opera di Platone di solito si fa ricorso alla paginatura dell’edizione dello Stephanus (Henri Estienne, 1578). Il numero di pagina e la sezione (che però deriva dall’edizione di Bekker) sono perciò sufficienti ad identificare univocamente un locus platonico (ad es. Plat. 857 c).
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Domanda 2 of 10
2. Domanda
Questo passo è tratto dalle Leggi. Dove è ambientato questo dialogo platonico?
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Domanda 3 of 10
3. Domanda
Si consideri la frase καὶ τοῦ φιλοσοφεῖν ἐγγὺς χρώμενον μὲν τοῖς λόγοις. Come risulta dall’esame di un’edizione critica, la maggior parte dei codici ha χρωμένῳ al posto di χρώμενον e nel margine di uno dei codici (O) una mano successiva ha aggiunto: (χρωμένῳ) ὅλα τὰ ἀντίγραφα καὶ τὸ τοῦ πατριάρχου· οὐ καλῶς. Sulla base di queste affermazioni quali di queste informazioni è falsa?
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Domanda 4 of 10
4. Domanda
Nella versione compare προσδιανοοῖτο, una forma del verbo προσδιανοέω. Se si esclude un altro passo delle Leggi (740 b) e un autore bizantino, questo termine non è altrimenti attestato nella letteratura greca. Se questa fosse l’unica attestazione saremmo davanti a?
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Domanda 5 of 10
5. Domanda
Nella frase ὅσα ἄλλα ἐστὶν περὶ κλοπὴν πᾶσαν ἀνομοιότητα ἔχοντα, οἷς δεῖ ποικίλοις οὖσιν ἕπεσθαι τὸν νομοθέτην μηδὲν ὁμοίαις ζημίαις ζημιοῦντα, grammaticalmente οὖσιν cos’è?
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Domanda 6 of 10
6. Domanda
Nella seguente frase εὖ γὰρ ἐπίστασθαι δεῖ τὸ τοιόνδε, ὡς εἰ καταλάβοι ποτέ τις ἰατρὸς τῶν ταῖς ἐμπειρίαις ἄνευ λόγου τὴν ἰατρικὴν μεταχειριζομένων ἐλεύθερον ἐλευθέρῳ νοσοῦντι διαλεγόμενον ἰατρόν, καὶ τοῦ φιλοσοφεῖν ἐγγὺς χρώμενον μὲν τοῖς λόγοις, ἐξ ἀρχῆς τε ἁπτόμενον τοῦ νοσήματος, περὶ φύσεως πάσης ἐπανιόντα τῆς τῶν σωμάτων, ταχὺ καὶ σφόδρα γελάσειεν ἂν, qual è il complemento oggetto dell’ottativo καταλάβοι?
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Domanda 7 of 10
7. Domanda
Nell’espressione Ἄριστ’, ὦ Κλεινία la prima parola è stata oggetto di?
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Domanda 8 of 10
8. Domanda
L’ottativo γελάσειεν che qui compare è una forma dialettale, un cosiddetto ottativo eolico, che è ben attestato in Omero e nel dialetto attico. Quale sarebbe la forma equivalente della koinè?
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Domanda 9 of 10
9. Domanda
La forma verbale φαίη è un ottativo in eta ed è di conseguenza forma alternativa rispetto ad un ottativo privo di eta secondo l’alternanza λιποίη/λίποι.
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Domanda 10 of 10
10. Domanda
Nella domanda di Clinia Οὐκοῦν λέγων τὰ τοιαῦτα ὀρθῶς ἂν λέγοι con quale subordinata esplicita sarebbe più corretto sostituire il participio λέγων?
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