La morte di Cicerone
Marcus Cicero sub adventum triumvirorum urbe cesserat pro certo habens, id quod erat, non magis Antonio se eripi quam Caesari Cassium et Brutum posse. Primo in Tusculanum fugerat, inde transversis itineribus in Formianum, ut a Caieta navem conscensurus, proficiscitur. Unde aliquotiens in altum provectum, cum modo venti adversi rettulissent, modo ipse iactationem navis caeco volvente fluctu pati non posset, taedium tandem eum et fugae et vitae cepit regressusque ad superiorem villam, quae paulo plus mille passibus a mari abest, “moriar” inquit “in patria saepe servata”. Satis constat servos fortiter fideliterque paratos fuisse ad dimicandum; ipsum deponi lecticam et quietos pati quod fors iniqua cogeret iussisse. Prominenti ex lectica praebentique immotam cervicem caput praecisum est. Nec satis stolidae crudelitati militum fuit; manus quoque, scripsisse aliquid in Antonium exprobrantes, praeciderunt. Ita relatum caput ad Antonium iussuque eius inter duas manus in rostris positum, ubi ille consul, ubi saepe consularis, ubi eo ipso anno adversus Antonium, quanta nulla umquam humana uox, cum admiratione eloquentiae auditus fuerat. Vix attollentes prae lacrimis oculos homines intueri trucidati membra civis poterant.
Vixit tres et sexaginta annos, ut, si vis afuisset, ne immatura quidem mors videri possit . Ingenium et operibus et praemiis operum felix, ipse fortunae diu prosperae; sed in longo tenore felicitatis magnis interim ictus vulneribus, exilio, ruina partium pro quibus steterat, filiae amatae exitu tam tristi atque acerbo, omnium adversorum nihil ut viro dignum erat, tulit praeter mortem.
2021-1-anno
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Poco prima dell’arrivo dei triumviri Marco Cicerone si era allontanato dalla città di Roma, stimando certo, come del resto era, di non potersi sottrarre ad Antonio più di quanto Cassio e Bruto avrebbero potuto con Cesare. Prima tappa di rifugio era stata la villa di Tuscolo, da cui partì alla volta di quella di Formia seguendo un itinerario fuori mano, con l’intenzione di salire su una nave in partenza da Gaeta. Da lì si spinse alcune volte in alto mare, ma poiché ora i venti contrari lo avevano risospinto a terra, ora egli stesso non era riuscito a sopportare il rollìo dell’imbarcazione causato dalle oscillazioni dei flutti scuri, alla fine si lasciò prendere da un senso di disgusto all’idea di fuggire e vivere; ritornato nella villa già menzionata, che si trova a poco più di un miglio dal mare, disse: “Morirò nella patria da me più volte salvata”. È fatto abbastanza risaputo che i suoi servitori fossero pronti a combattere con coraggio e lealtà; eppure egli ordinò loro di deporre la lettiga e di sopportare con tranquillità la necessità imposta da un destino avverso. Quando si sporse dalla lettiga e offrì il collo senza alcun tremore, gli fu mozzata la testa. Ciò però non bastò alla rozza crudeltà degli sgherri: gli tagliarono anche le mani, ritenendole colpevoli di aver scritto opere contro Antonio. Così la testa fu portata ad Antonio e per suo ordine fu posta tra le due mani sulla tribuna presso i rostri, là dove egli era stato ascoltato, già in qualità di console e più di una volta di ex-console e poi in quello stesso anno quando si scagliò contro Antonio, con una ammirazione per il suo eloquio tanto grande quanto fu mai quella che meritò alcuna altra voce umana. A causa delle lacrime la gente, alzando gli occhi, poteva a stento fissare le membra del concittadino massacrato.
Visse per sessantatré anni al punto che, se non ci fosse stata quella fine violenta, la sua morte non potrebbe apparire nemmeno prematura. Il suo spirito fu fecondo di imprese e di riconoscimenti per queste ultime e a lungo favorevole la fortuna di cui egli godette; eppure, nel lungo corso della sua felice condizione, colpito di volta in volta da profonde ferite – l’esilio, il crollo delle fazioni politiche per cui aveva parteggiato, la morte così triste e prematura dell’amata figlia –, non sopportò in maniera degna di un uomo nessuna di tutte queste avversità eccetto la morte.Livio in Sen. Rhet. suas. 6.17
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Domanda 1 of 12
1. Domanda
Nel contesto della prima frase, come si potrebbe tradurre il sintagma sub adventum triumvirorum?
CorrettoNon corretto -
Domanda 2 of 12
2. Domanda
Che tipo di subordinata è non magis Antonio se eripi quam Caesari Cassium et Brutum posse? Rispondi indicando un solo aggettivo indicante la funzione sintattica e non grammaticale.
CorrettoNon corretto -
Domanda 3 of 12
3. Domanda
Che cosa è Primo nella seconda frase della versione?
CorrettoNon corretto -
Domanda 4 of 12
4. Domanda
Che cosa possedeva Cicerone a Tuscolo?
CorrettoNon corretto -
Domanda 5 of 12
5. Domanda
Come si traduce ad superiorem uillam?
CorrettoNon corretto -
Domanda 6 of 12
6. Domanda
Qual è il soggetto di iussisse?
CorrettoNon corretto -
Domanda 7 of 12
7. Domanda
Da che verbo deriva il participio praecisum? Si indichi solo la prima persona singolare, del verbo.
CorrettoNon corretto -
Domanda 8 of 12
8. Domanda
A chi si riferisce eius nel sintagma iussu eius?
CorrettoNon corretto -
Domanda 9 of 12
9. Domanda
Che funzione logica hanno i nominativi consul e consularis?
CorrettoNon corretto -
Domanda 10 of 12
10. Domanda
Nel periodo Ingenium et operibus … diu prosperae, quale figura retorica riesci a riconoscere?
CorrettoNon corretto -
Domanda 11 of 12
11. Domanda
Ricordi come si chiamava la figlia di Cicerone ricordata nel testo come morta prematuramente?
CorrettoNon corretto -
Domanda 12 of 12
12. Domanda
Qual è il predicato verbale cui va riferito a senso l’accusativo mortem?
CorrettoNon corretto