Ritratto di Cesare Secutus deinde est consulatus C. Caesaris, qui scribenti manum inicit et quamlibet festinantem in se morari...
Ritratto di Cesare
Secutus deinde est consulatus C. Caesaris, qui scribenti manum inicit et quamlibet festinantem in se morari cogit. Hic nobilissima Iuliorum genitus familia et, quod inter omnes constat, antiquissima, ab Anchise ac Venere deducens genus, forma omnium civium excellentissimus, vigore animi acerrimus, munificentia effusissimus, animo super humanam et naturam et fidem evectus, magnitudine cogitationum, celeritate bellandi, patientia periculorum Magno illi Alexandro, sed sobrio neque iracundo, simillimus, qui denique semper et cibo et somno in vitam, non in voluptatem uteretur, cum fuisset C. Mario sanguine coniunctissimus atque idem Cinnae gener – cuius filiam ut repudiaret nullo metu compelli potuit, cum M. Piso consularis Anniam, quae Cinnae uxor fuerat, in Sullae dimisisset gratiam – habuissetque fere duodeviginti annos eo tempore quo Sulla rerum potitus est, magis ministris Sullae adiutoribusque partium quam ipso conquirentibus eum ad necem mutata veste dissimilemque fortunae suae indutus habitum nocte urbe elapsus est. Idem postea admodum iuvenis, cum a piratis captus esset, ita se per omne spatium quo ab iis retentus est apud eos gessit, ut pariter iis terrori venerationique esset, neque umquam aut die aut nocte aut excalcearetur aut discingeretur, in hoc scilicet, ne si quando aliquid ex solito variaret, suspectus iis, qui oculis tantummodo eum custodiebant, foret.
Longum est narrare quid et quotiens ausus sit, quanto opere conata eius qui obtinebat Asiam magistratus populi Romani motu suo destituerit: illud referatur, documentum tanti mox evasuri viri. Quae nox eam diem secuta est qua publica civitatium pecunia redemptus est, ita tamen ut cogeret ante obsides a piratis civitatibus dari, et privatus et tumultuaria contracta classe invectus in eum locum in quo ipsi praedones erant, partem classis fugavit, partem mersit, aliquot naves multosque mortalis cepit; laetusque nocturnae expeditionis triumpho ad suos revectus est, mandatisque custodiae quos ceperat, in Bithyniam perrexit ad proconsulem Iunium Iuncum (idem enim Asiam eamque obtinebat), petens ut auctor fieret sumendi de captivis supplicii; quod cum ille se facturum negasset venditurumque captivos dixisset (quippe sequebatur invidia inertiam), incredibili celeritate revectus ad mare, priusquam de ea re ulli proconsulis redderentur epistulae, omnes quos ceperat suffixit cruci.
Velleio Patercolo
2022-4-anno
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Seguì poi il consolato di Gaio Cesare, che pone la mano su me che scrivo e, malgrado la fretta, mi costringe a indugiare su di lui. Costui, nato nella famiglia dei Giulii, nobilissima e – per unanime consenso – antichissima, discendente di Anchise e Venere, il più insigne tra tutti i cittadini per bellezza, il più veemente per vigore d’animo, il più prodigo in munificenza, innalzato dall’animo al di sopra dell’umana natura e di ciò che si può credere umano, simile quanto mai, per grandiosità dei progetti, rapidità nel guerreggiare e sopportazione dei pericoli ad Alessandro Magno – ma ad un Alessandro sobrio e non collerico, uno che, insomma, disponesse del cibo e del sonno per vivere, non per ricavarne piacere –, essendo parente stretto di Gaio Mario e inoltre genero di Cinna – dalla cui figlia nessun timore poté costringerlo a divorziare, quando invece l’ex-console Marco Pisone aveva ripudiato Annia, che di Cinna era stata la moglie, per ingraziarsi Silla – e non avendo ancora diciott’anni al tempo in cui Silla si impadronì del potere, dal momento che, più che lo stesso Silla, i suoi servi e complici lo cercavano per ucciderlo, cambiata la veste e indossato un abito non consono al suo rango, fuggì di notte dalla città. In seguito, ancora molto giovane, dopo esser stato catturato dai pirati, per tutto il periodo in cui fu tenuto prigioniero da loro si comportò in modo tale da incutere al tempo stesso timore e rispetto, e da non togliersi mai, giorno o notte che fosse, i calzari e la cintura, senz’altro a questo scopo: per non risultare sospetto, se mai variasse qualcosa rispetto al solito, a quelli che lo sorvegliavano soltanto di vista.
Sarebbe lungo narrare cosa e quante volte abbia osato, sino a che punto abbia eluso con la propria attività i propositi del magistrato del popolo romano che governava l’Asia: si ricordi questo famoso episodio, rappresentativo di un uomo che di lì a poco sarebbe diventato tanto grande. La notte successiva al giorno in cui fu riscattato con il denaro pubblico delle città – in modo tale, però, da costringere i pirati a consegnare prima alcuni ostaggi alle città –, recatosi come privato cittadino e con una flotta raccogliticcia nel luogo in cui si trovavano gli stessi pirati, mise in fuga una parte della flotta, ne affondò una parte, catturò alcune navi e molti uomini; allora, lieto per il successo della spedizione notturna, ritornò dai suoi e, messi sotto custodia quelli che aveva catturato, si diresse in Bitinia dal proconsole Giunio Giunco – costui, infatti, governava al tempo stesso l’Asia e la Bitinia –, chiedendogli di farsi garante della condanna a morte dei prigionieri; avendo questi detto che non l’avrebbe fatto e che aveva intenzione di vendere i prigionieri (perché all’inerzia teneva dietro l’invidia), tornato con incredibile rapidità al mare, prima che ad alcuno fossero consegnate le lettere del proconsole a questo riguardo, fece crocifiggere tutti quelli che aveva catturato.
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Recensione
Risposto
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Domanda 1 of 12
1. Domanda
Nella prima frase, l’espressione qui scribenti manum inicit significa che:
Corretto
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Domanda 2 of 12
2. Domanda
Nella seconda frase, soggetto di deducens genus è:
Corretto
Non corretto
Domanda 3 of 12
3. Domanda
Alessandro Magno, come ricaviamo anche da questo brano, era noto per le sue intemperanze nel bere e per i suoi accessi d’ira.
Corretto
Non corretto
Domanda 4 of 12
4. Domanda
Stando alla frase: cum M. Piso consularis Anniam, quae Cinnae uxor fuerat, in Sullae dimisisset gratiam, comprendiamo che Pisone aveva divorziato da Annia perché quest’ultima era gradita a Silla, che evidentemente intendeva sposarla.
Corretto
Non corretto
Domanda 5 of 12
5. Domanda
Coniuga elapsus est all’infinito presente:
Corretto
Non corretto
Domanda 6 of 12
6. Domanda
Nella frase ut pariter iis terrori venerationique esset, terrori venerationique sono dativi:
Corretto
Non corretto
Domanda 7 of 12
7. Domanda
La frase neque umquam […] excalcearetur significa che Cesare, durante la prigionia presso i pirati:
Corretto
Non corretto
Domanda 8 of 12
8. Domanda
Nella frase qui oculis tantummodo eum custodiebant, tantummodo specifica:
Corretto
Non corretto
Domanda 9 of 12
9. Domanda
Nella frase Longum est narrare … motu suo destituerit puoi notare un caso di:
Corretto
Non corretto
Domanda 10 of 12
10. Domanda
Nella frase documentum tanti mox evasuri viri, il participio futuro evasuri indica l’«evasione» di Cesare dalla prigionia presso i pirati.
Corretto
Non corretto
Domanda 11 of 12
11. Domanda
La frase ut cogeret ante obsides a piratis civitatibus dari significa che:
Corretto
Non corretto
Domanda 12 of 12
12. Domanda
Coniuga suffixit al presente indicativo, prima persona singolare:
Corretto
Non corretto
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