1936 – Progetto -Viollette, sostenuto dal fronte popolare del presidente Léon , per concedere la cittadinanza francese ad un numero limitato di Algerini (20.000-25.000). Il progetto, che minaccia di rompere la compattezza del fronte per l’indipendenza, è osteggiato dai nazionalisti Algerini. I coloni Francesi in Nordafrica, similmente, sono contrari all’idea.

– Massacri di Sétif e Guelma, in risposta alle proteste degli Algerini per l’indipendenza. Nella repressione agiscono fianco a fianco milizie paramilitari civili e esercito regolare francese.

1947 – Lo scrittore francese Albert scrive La , ambientato ad Orano, nell’Algeria francese, dove lo scrittore era nato. A dispetto dell’ambientazione, il romanzo non contiene alcuna descrizione del mondo arabo algerino: è, al contrario, il ritratto di un mondo fortemente segregato, quello dei coloni francesi.

– Si forma il Front de libération nationale Algerino, conosciuto con l’acronimo . Toussaint Rouge: il primo novembre, i militanti algerini lanciano una serie di attacchi terroristici coordinati.

– massacro di Philippeville. Una serie di raid da parte dell’ala armata del FLN che causano decine di morti tra i coloni vengono seguiti da feroci rappresaglie da parte Francese.

– il sostegno del presidente egiziano ai rivoluzionari algerini fa pendere il governo Francese verso l’intervento nella Guerra di .

gennaio-ottobre – battaglia di , in cui la 10ª divisione parachutiste del generale  Jacques Massu riesce nell’impresa di smantellare la rete di basi del FNL in città, ma si macchia di crimini di guerra. , ricercatore di matematica all’università di Algeri e membro del partito comunista francese, viene arrestato e muore sotto tortura dell’esercito francese. è cittadino francese, non algerino: la sua morte diventa un caso.

1957-1959 – I francesi completano la costruzione di due linee difensive, la Linea Morice e la linea Challe, sul confine con la : l’intenzione è quella di isolare i ribelli algerini dai loro sostenitori e finanziatori esteri.

– crisi di maggio in Francia. Finisce la Repubblica, in pratica con un colpo di stato organizzato dai militari, che dall’Algeria arrivano ad occupare la Corsica, e sono pronti a marciare su Parigi, nel caso il Generale De Gaulle non venga approvato dal parlamento come presidente ad interim, per far fronte alla crisi politica e militare. De Gaulle riceve la nomina il 29 maggio, con 329 voti contro 224. Il 4 giugno De Gaulle è ad Algeri, dove pronuncia un celebre discorso e sembra supportare la causa dei coloni francesi con le parole «Je vous ai » («vi ho »). Inizia la stesura della costituzione della cosiddetta Repubblica.

– quasi sei anni dopo l’inizio del conflitto, in diverse città algerine scoppiano proteste indipendentiste con massiccia partecipazione popolare: l’insurrezione ad Algeri è conosciuta come la «settimana delle barricate». L’esercito Francese è vicinissimo alla vittoria militare sul campo, ma cresce la pressione interna per l’indipendenza Algerina, per cui specialmente si batte il partito Francese.

1961 – di Algeri. Quattro generali di brigata (Challe, Jonaud, Salan, Zeller), avendo percepito che il governo De Gaulle puntava ormai verso la decolonizzazione, dopo il risultato del referendum di autoderminazione tenuto a gennaio dello stesso anno, prendono il controllo dell’Algeria con un secondo colpo di stato. De Gaulle denuncia il tentativo da Parigi con un accorato discorso televisivo, contribuendo a far crollare il già flebile supporto ai golpisti. Nel giro di quattro giorni, è tutto finito: il ritiro dal Nordafrica è ormai questione di quando, e non di sé. L’esercito terrà pubblicamente un basso profilo per il resto del conflitto, ma molti scontenti affluiranno nell’associazione clandestina armée secrète (o, con la sua sigla, ), che organizzerà attentati e stragi contro Algerini musulmani e contro lo stesso governo Francese.

– il cessate il fuoco è fissato al 19 marzo, dopo alcuni mesi di trattative con il Front de libération nationale a Évian-les-Bains, sul confine svizzero. Nei fatti, gli accordi presi con gli indipendentisti vennero poi disattesi con conseguenze tragiche per i pied-noirs e gli Algerini che avevano preso le parti del governo francese (quasi il 13% della popolazione, tra cui la popolazione ebraica algerina nella sua interezza), che furono costretti ad emigrare in massa o a affrontare sanguinose rappresaglie nell’Algeria indipendente, che causarono decine migliaia di morti (quasi 150.000 secondo alcune stime, ai quali devono aggiungersi i morti civili causati sia dal Front de libération nationale e dall’esercito francese, che potrebbero ammontare a più di centomila per parte).