Nel il Viet Nam, allora parte della colonia francese dell’ fu occupato dalle forze armate . Il governo coloniale, fedele alla Francia di , venne formalmente tenuto in piedi fino al marzo 1945, quando la liberazione della Francia costrinse i Giapponesi a creare uno stato-fantoccio, durato qualche mese, che chiamarono ‘Impero del Vietnam’. Sul trono venne posto un monarca della dinastia imperiale  Nguyễn, che aveva regnato sul paese indipendente prima della conquista francese. Molto più importante per il futuro del paese fu però il ritorno in patria, nel 1941, in piena occupazione giapponese, di un rivoluzionario educato in Francia, dove era stato tra i membri fondatori del Parti communiste français: Nguyễn Sinh Cung, meglio conosciuto con il nome di battaglia di     . I guerriglieri da lui organizzati, i cosiddetti Minh, ricevettero persino aiuto dai servizi segreti americani, l’OSS, durante la guerra, in funzione anti-giapponese: appena dopo la firma dei trattati di pace, nel settembre 1945, tentarono di proclamare la Repubblica Democratica del Vietnam, che però venne immediatamente smantellata dagli Alleati. Questo diede inizio ad una guerra decennale tra l’esercito coloniale Francese, che tentava di recuperare il controllo del paese con la forza, e le forze di guerriglia comuniste, che culminò nella catastrofica sconfitta di     nel . Il ritiro francese portò alla divisione del paese in una repubblica a Nord del 17esimo parallelo e una repubblica di stampo occidentale, presto divenuta autoritaria, a Sud. Il primo presidente del Vietnam del Sud, Ngô Đình Diệm, faceva parte della minoranza di convertiti al durante il dominio coloniale: suo fratello, Pierre Martin Ngô Đình Thục, era di Huế, la più antica città del paese. Questo portò a feroci scontri con la maggioranza , che culminarono con il colpo di stato che lo depose nel .