Ipazia
Αὕτη ἐν ’Αλεξανδρείᾳ καὶ ἐγεννήθη καὶ ἀνετράϕη καὶ ἐπαιδεύθη. τὴν δὲ ϕύσιν γενναιοτέρα τοῦ πατρὸς οὖσα οὐκ ἠρκέσθη τοῖς διὰ τῶν μαθημάτων παιδεύμασιν ὑπὸ τῷ πατρί, ἀλλὰ καὶ ϕιλοσοϕίας ἥψατο τῆς ἄλλης οὐκ ἀγεννῶς. περιβαλλομένη δὲ τρίβωνα ἡ γυνὴ καὶ διὰ μέσου τοῦ ἄστεος ποιουμένη τὰς προόδους ἐξηγεῖτο δημοσίᾳ τοῖς ἀκροᾶσθαι βουλομένοις ἢ τὸν Πλάτωνα ἢ τὸν ’Αριστοτέλην ἢ τὰ ἄλλου ὅτου δὴ τῶν ϕιλοσόϕων. πρὸς δὲ τῷ διδασκαλικῷ καὶ ἐπ’ ἄκρον ἀναβᾶσα τῆς πρακτικῆς ἀρετῆς, δικαία τε καὶ σώϕρων γεγονυῖα, διετέλει παρθένος, οὕτω σϕόδρα καλή τε οὖσα καὶ εὐειδής, ὥστε καὶ ἐρασθῆναί τινα αὐτῆς τῶν προσϕοιτώντων. ὁ δὲ οὐχ οἷός τε ἦν κρατεῖν τοῦ ἔρωτος, ἀλλ’ αἴσθησιν ἠδὴ παρείχετο καὶ αὐτῇ τοῦ παθήματος. οἱ μὲν οὖν ἀπαίδευτοι λόγοι ϕασί, διὰ μουσικῆς αὐτὸν ἀπαλλάξαι τῆς νόσου τὴν ‘Υπατίαν· ἡ δὲ ἀλήθεια διαγγέλλει πάλαι μὲν διεϕθορέναι τὰ μουσικῆς, αὐτὴν δὲ προενεγκαμένην τι τῶν γυναικείων ῥακῶν αἵματι βεβαμμένον καὶ τὸ σύμβολον ἐπιδείξασαν τῆς ἀκαθάρτου γενέσεως, “τούτου μέντοι”, ϕάναι, “ἐρᾷς, ὦ νεανίσκε, καλοῦ δὲ οὐδενός”, τὸν δὲ ὑπ’ αἰσχύνης καὶ θάμβους τῆς ἀσχήμονος ἐπιδείξεως διατραπῆναί τε τὴν ψυχὴν καὶ διατεθῆναι σωϕρονέστερον.
οὕτω δὲ ἔχουσαν τὴν ‘Υπατίαν, ἔν τε τοῖς λόγοις οὖσαν ἐντρεχῆ καὶ διαλεκτικὴν ἔν τε τοῖς ἔργοις ἔμϕρονά τε καὶ πολιτικήν, ἥ τε ἄλλη πόλις εἰκότως ἠσπάζετό τε καὶ προσεκύνει διαϕερόντως, οἵ τε ἄρχοντες ἀεὶ προχειριζόμενοι τὰ τῆς πόλεως ἐϕοίτων πρῶτοι πρὸς αὐτήν, ὡς καὶ ’Αθήνησι διετέλει γινόμενον. εἰ γὰρ καὶ τὸ πρᾶγμα ἀπόλωλεν, ἀλλὰ τό γε ὄνομα ϕιλοσοϕίας ἔτι μεγαλοπρεπές τε καὶ ἀξιάγαστον εἶναι ἐδόκει τοῖς μεταχειριζομένοις τὰ πρῶτα τῆς πολιτείας.
Suda IV 644, 12 s.v. ‘Υπατία
2005 I anno
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Ella nacque, fu allevata ed educata ad Alessandria. Di indole più noble che il padre, non si accontentò dell’insegnamento di matematica che questi le impartiva e si applicò anche al resto della filosofia con esiti onorevoli. Cingendosi di un mantello vile e presentandosi alla gente per la città spiegava pubblicamente a chi volesse ascoltarla Platone, Aristotele o la dottrina di un qualsiasi altro filosofo. Oltre ad avere abilità nell’insegnamento, ascesa al più alto grado della virtù nella vita attiva in quanto giusta e morigerata, si conservò vergine, pur essendo bella e formosa al punto che di lei si innamorò uno di quelli che ne seguivano le lezioni; costui non era in grado di tenere a freno l’amore e lasciava ormai trapelare alla donna i segni della passione. Ebbene, i racconti di chi è privo di cultura riferiscono che Ipazia lo avrebbe liberato dalla malattia con l’aiuto della musica; ma la verità dei fatti ci viene a dire che la musica si era corrotta ormai da tempo e che Ipazia, invece, esibendo uno degli stracci ben noti alle donne lordo di sangue e mostrandogli così la prova dell’appartenenza al sesso immondo gli disse “Giovanotto! È questo quello che ami, e non ami nulla di bello!”; e quello, per la vergogna e lo stupore che la sconcia esibizione gli aveva provocato, mutò d’animo e venne a più saggi consigli.
Tale essendo Ipazia, nel parlare abile e dialetticamente capace, nell’agire saggia e iniziata alla politica, la città, come naturale, la apprezzava e nutriva per lei una venerazione particolare e specialmente gli arconti , affidandole di volta la cura degli affari della città, erano i primi a frequentarla, così come successe per tutto il tempo anche ad Atene. Già, perché se anche della filosofia era ormai andata perduta l’essenza, il suo nome sembrava ancora grande e degno di ammirazione a chi aveva una posizione di rilievo nella politica.
Tale essendo Ipazia, nel parlare abile e dialetticamente capace, nell’agire saggia e iniziata alla politica, la città, come naturale, la apprezzava e nutriva per lei una venerazione particolare e specialmente gli arconti , affidandole di volta la cura degli affari della città, erano i primi a frequentarla, così come successe per tutto il tempo anche ad Atene. Già, perché se anche della filosofia era ormai andata perduta l’essenza, il suo nome sembrava ancora grande e degno di ammirazione a chi aveva una posizione di rilievo nella politica.
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Domanda 1 of 13
1. Domanda
ἀλλὰ καὶ ϕιλοσοϕίας ἥψατο τῆς ἄλλης
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Domanda 2 of 13
2. Domanda
διὰ μέσου τοῦ ἄστεος
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Domanda 3 of 13
3. Domanda
ἡ δὲ ἀλήθεια διαγγέλλει πάλαι μὲν διεϕθορέναι τὰ μουσικῆς
Si allude qui
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Domanda 4 of 13
4. Domanda
προσεκύνει διαϕερόντως
Il verbo di questa frase, qui usato in senso metaforico, designa in senso proprio la “proskynesis”, ossia
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Domanda 5 of 13
5. Domanda
διεϕθορέναι
Morfologicamente questo verbo è un
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Domanda 6 of 13
6. Domanda
διατραπῆναι
Siamo di fronte a un
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Domanda 7 of 13
7. Domanda
’Αθήνησι
Formazioni avverbiali di questo tipo esprimono un complemento di
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Domanda 8 of 13
8. Domanda
τὴν δὲ ϕύσιν γενναιοτέρα τοῦ πατρὸς οὖσα οὐκ ἠρκέσθη τοῖς διὰ τῶν μαθημάτων παιδεύμασιν ὑπὸ τῷ πατρί
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Domanda 9 of 13
9. Domanda
Nella frase
ὁ δὲ οὐχ οἷός τε ἦν κρατεῖν τοῦ ἔρωτος, ἀλλ’ αἴσθησιν ἠδὴ παρείχετο καὶ αὐτῇ τοῦ παθήματος
il sostantivo τοῦ παθήματος è un genitivo
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Domanda 10 of 13
10. Domanda
Dopo aver letto il testo, ti sentiresti di dire che il giovane spasimante di Ipazia fu frustrato nei suoi desideri
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Domanda 11 of 13
11. Domanda
ἀνετράϕη è un
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Domanda 12 of 13
12. Domanda
Nella frase
οἵ τε ἄρχοντες ἀεὶ προχειριζόμενοι τὰ τῆς πόλεως ἐϕοίτων πρῶτοι πρὸς αὐτήν
l’aggettivo πρῶτοι è in posizione attributiva.
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Domanda 13 of 13
13. Domanda
Al posto del perfetto ἀπόλωλεν avremmo potuto trovare la forma ἀπολώληκεν che è perfettamente equivalente
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