Segesta: le fonti, la storia

A Segesta gli scavi della Scuola Normale nell’agora – che tra la fine del II sec. a.C. e gli inizi...

A Segesta gli scavi della Scuola Normale nell’agora – che tra la fine del II sec. a.C. e gli inizi del III sec. d.C. svolse il suo ruolo politico, assumendo da età augustea forme proprie di un forum romano – hanno portato alla luce un imponente complesso architettonico, articolato su tre terrazze digradanti secondo modelli dell’Asia Minore e dell’Italia Centrale. La piazza di età ellenistica era scandita a Nord da una grande stoa con alae aggettanti, una delle stoai a due ordini più monumentali a noi note: lunga oltre m 100, con alae di m 19, differenziate sia per planimetria che per funzione: quella Est destinata in parte ad uffici a livello della piazza, in parte a magazzini nella parte digradante lungo il pendio secondo modelli dei market buildings microasiatici; quella Ovest, con i grandi spazi delle sue due navate, a funzioni multiple – luogo d’incontro, di conversazione e di riparo, sede di attività civili, commerciali e di uffici pubblici, spazio per l’esposizione di ‘immagini’ e per la pubblicazione di testi normativi ed onorari –.

A Sud, dove le indagini sono in corso, una seconda stoa delimitava la piazza, facendo corpo con strutture digradanti lungo il pendio meridionale, estese forse su tutto il versante. Un prospetto monumentale, dunque, di cui conosciamo per ora l’estremità orientale con il market building sottostante l’ala Est della stoa Nord, e un grande ambiente (m 16 x 5 ca.) nella parte centrale collegata, con modalità ancora da chiarire, con la grande piazza posta a una quota superiore di circa m 7. L’eccezionale rinvenimento di una base di statua ancora in situ, con iscrizione perfettamente preservata e in asse con il monumentale varco di accesso, ha dato la chiave di lettura funzionale del vano, grazie alla citazione di un edificio definito ephebikòn, fatto costruire a proprie spese da Tittelos padre del dedicante Diodoros: è chiaro il riferimento alle pratiche del ginnasio segestano, di cui forse il vano era parte.

In età romana fu costruita una piccola piazza esterna all’agora – ormai divenuta un forum – a spese di M. Onasus e M. Sopolis, come ricorda una grande iscrizione che percorre tutto questo piccolo forum adiectum, presso il quale era ubicato anche il macellum. L’area dell’agora fu rioccupata, dopo una sporadica frequentazione in età tardoantica, da un ampio insediamento di epoca normanno-sveva.

Il progetto SAET 2020-2025 per Segesta si articola nell’attività archeologica nel sito e in ambito editoriale. Conoscere l’intero sviluppo dei monumenti costruiti lungo il versante meridionale dell’agora prospiciente verso valle e definire la soluzione architettonica scelta per collegarli alla grande piazza superiore sono gli obiettivi della prosecuzione delle indagini archeologiche. Sul piano editoriale, dopo l’edizione definitiva delle iscrizioni di Segesta (Inscriptiones Segestanae. Le iscrizioni greche e latine di Segesta, edizione, traduzione e commento di C. Ampolo e D. Erdas, Pisa 2019), un secondo volume raccoglierà e commenterà le fonti letterarie per offrire, insieme al primo, una ricostruzione completa delle vicende politiche, sociali ed economiche della comunità segestana. Altri volumi in preparazione riguardano gli edifici della terrazza superiore, tra cui il bouleuterion, l’area del forum di Onasus e Sopolis e il complesso degli edifici dell’agora ellenistica, tra cui in particolare le stoai che ne definivano lo spazio a Nord e a Sud.

Il SAET continua inoltre lo sviluppo – con la georeferenziazione di strutture e materiali – del sistema GIS già implementato per l’area dell’agora, da estendere a tutta Segesta nella forma ormai più diffusa del Web GIS; come anche la realizzazione di rilievi e modelli 3D da aerofotogrammetria per rendere fruibili singoli complessi monumentali a un più ampio pubblico.

Coordinatori scientifici: Anna Magnetto, Carmine Ampolo, Maria Cecilia Parra

Collaboratori: Leon Battista Borsano, Donatella Erdas (Università degli Studi di Milano), Chiara Michelini, allieve e allievi della Scuola Normale; studenti delle Università con cui sono attivi partenariati di ricerca.

 

 

 

“Passeggiando per l’antica Segesta… in Normale. le Inscriptiones Segestanae