Gettone vetro E 3978

Classe: Monete Forma/Tipo: Gettone in vetro Materiale: Pasta vitrea rossa, opaca Dimensioni: diam. max. mm 23; peso, g 3,75 Stato...

Classe: Monete
Forma/Tipo: Gettone in vetro
Materiale: Pasta vitrea rossa, opaca
Dimensioni: diam. max. mm 23; peso, g 3,75
Stato di conservazione / restauri: Intero e discretamente conservato
N. Inventario: E 3978
Collocazione: Settore O
Provenienza: Entella, Palazzo fortificato – Edificio inferiore (SAS 1) – Rinvenimento 1988
Contesto di provenienza: Crollo di materiale lapideo (US 103) in ambiente XI

Descrizione: Forma circolare, lievemente ovalizzata. Bordo rigonfio sul dritto, quasi piatto sull’altra faccia. D/legenda in caratteri cufici, al-imām / az-Zāhir li-i‘zāz / dīn Allāh amīr al-mu’ / minīn; fila di perline al margine; R/grezzo.

Produzione: Non determinata
Cronologia: 1020-1035
Bibliografia: Inedito (identificazione e traduzione a cura di S. Frey-Kupper e M.A. De Luca, 2004)

 

Dagli oggetti alla storia: Tra i reperti di vario genere che ci parlano di Entella nel Medioevo, compaiono anche gettoni di pasta vitrea colorata, recanti scritte in arabo o simboli. Tra i più antichi e interamente conservati, figura questo esemplare riferibile al califfo fatimida ‘Alī al-Zāhir (1005-1036), come E 4313.
 Realizzati con punzonatura a caldo poco prima del raffreddamento del vetro (da qui il caratteristico rigonfiamento del bordo), questi oggetti venivano prodotti in tutto il mondo arabo.
Gli Arabi usavano gettoni di vetro
(sanagat) come campioni ponderali (exagia) per le monete d’oro e d’argento, seguendo un uso che ha le sue origini in una legge varata da Costantino I e riveduta da Giustiniano I per porre fine agli abusi nella pesatura delle monete in metallo prezioso. Vari elementi inducono a ritenere che da questa originaria funzione i gettoni abbiano assunto il valore di vere e proprie monete circolanti, di basso valore, per il commercio minuto.
Durante la dominazione musulmana, anche in Sicilia, come nel resto del mondo arabo dell’epoca, venne adottato l’uso di questo tipo di moneta, che fu poi mantenuto in seguito, durante le dominazioni normanna e sveva, fino al regno di Federico II.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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