Descrizione: Lama a sezione triangolare e immanicatura a sezione quadrata
Dagli oggetti alla storia: L’oggetto è stato trovato sul pavimento, in un ambiente (R) del castello. La posizione, sul piano di calpestio della fase finale di vita, fa pensare che sia stato abbandonato dagli ultimi abitatori o frequentatori dell’edificio, forse perché danneggiato: in effetti, al momento del ritrovamento era rotto in tre frammenti poi ricomposti nel restauro. Per quanto ossidato, l’oggetto è facilmente identificabile come una falce, con lama non molto arcuata, poco larga, a sezione triangolare.
Strumenti simili si trovano in altri castelli siciliani (ad esempio a Segesta e a Calathamet). Essi testimoniano la varietà delle attività che si svolgevano nel complesso palaziale, più probabilmente negli ambienti di servizio da esso dipendenti.
La mente va a un documento dell’imperatore Federico II, che spiegava al Pontefice – che insisteva perché si recasse alla Crociata – come non potesse allentare la stretta sui Musulmani ribelli di Sicilia (tra cui anche gli abitanti di Entella) per evitare che potessero scendere al piano e raccogliere il grano (sata colligere). Forse, più del ferro delle armi, erano le lame di falci come queste a dare ancora a quella comunità assediata sul pianoro di Entella una speranza di vita e di libertà.