Anfora rodia con bollo E 1433

Classe: Anfore bollate Forma/Tipo: Anfora rodia Materiale: Ceramica Dimensioni: orlo e collo, max. 9 x 7,8; ansa, max. 6 x...

Classe: Anfore bollate
Forma/Tipo: Anfora rodia
Materiale: Ceramica
Dimensioni: orlo e collo, max. 9 x 7,8; ansa, max. 6 x 3,5 – cartiglio: max. 2,8 x 1,3; alt. lettere 0,4
Stato di conservazione / restauri: Si conservano parti di orlo, collo e ansa con bollo in cartiglio rettangolare, incompleto a sinistra e in basso.
N. Inventario: E 1433
Collocazione: Settore N – Vetrina N
Provenienza: Entella, Palazzo fortificato – Edificio inferiore (SAS 1) – Rinvenimento 1989
Contesto di provenienza: Pavimento in gesso compattato (US 1287, età sveva) nell’ambiente D

Descrizione: Orlo ad anello, collo cilindrico e parte superiore di ansa a gomito, a sezione circolare, con bollo in cartiglio rettangolare, su tre righe, fratturato a sin., al margine e nella metà inferiore. Sono leggibili il nome dell’eponimo (epi Aristogeitou) e la parte finale del mese (… iou; integrabile come Agrianiou): [Ε]ΠΙΑΡΙΣΤΟ / [Γ]ΕΙΤΟΥ / [ΑΓΡΙΑΝ]ΙΟΥ.

Produzione: Rodi
Cronologia: 141-140 a.C.
Bibliografia: B. Garozzo, Nuovi bolli anforari dalla Sicilia occidentale (Entella, Erice, Segesta), in Sicilia Epigraphica. Atti del Convegno di Studi (Erice, 15-18 ottobre 1998), a cura di M.I. Gulletta, «ASNP», s. IV, Quaderni, 1-2, 1999 [Pisa 2000], 281-384; 295, n. 3, fig. 129; B. Garozzo, Bolli su anfore e laterizi in Sicilia (Agrigento, Palermo, Trapani), Pisa 2011, 90-92: IRd13aEnt, fig. 7.

 

Dagli oggetti alla storia: Le anfore rodie sono facilmente riconoscibili e databili per la loro forma standardizzata e per la frequente presenza di bolli. Circolari o rettangolari, essi riportano il nome del fabbricante o dell’eponimo – identificato 
nel sacerdote di Helios – e, a partire dal 240 a.C., anche il mese del calendario rodio. Nel nostro bollo, anche se incompleto, si riconosce bene l’eponimo (che dà il nome) Aristogeitos, in carica nel 141-140 a.C., mentre poco rimane del nome del mese, identificabile con Agrianios.
 La forma caratteristica delle anfore associata alla presenza di bolli con simboli e nomi “ufficiali” costituiva una garanzia di autenticità e genuinità del prodotto contenuto: quel vino di Rodi che viene descritto da Plinio (HN, 14,78) come un “vinum salsum”, cioè ottenuto da uve molto mature brevemente seccate al sole e addizionato con acqua di mare prima della fermentazione. Questa pratica mirava a favorirne la conservazione, poiché le proprietà antisettiche del cloruro di sodio impedivano la trasformazione in aceto e la formazione di muffe. Un vino che, secondo Orazio (Sat., 2,4,29), era anche molto apprezzato in medicina per le sue particolari proprietà.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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