Colonna con capitello E 2128

Classe: Elementi architettonici Forma/Tipo: Colonna scanalata con capitello ionico-siciliano Materiale: Calcarenite fossilifera. Dimensioni: alt. max. conservata 34. Stato di conservazione/restauri:...

Classe: Elementi architettonici
Forma/Tipo: Colonna scanalata con capitello ionico-siciliano
Materiale: Calcarenite fossilifera.
Dimensioni: alt. max. conservata 34.
Stato di conservazione/restauri: Si conservano parte della voluta angolare del capitello e parte del fusto scanalato della colonna. Il blocco è stato spianato su un lato, presumibilmente in epoca medievale, e poi coperto di intonaco idraulico.
N. Inventario: E 2128
Collocazione: Settore A
Provenienza: Entella, Palazzo Fortificato – Edificio inferiore (SAS 1) – Rinvenimento 1988.
Contesto di provenienza: Parete di canaletta per la raccolta delle acque (US 121) (XII-XIII sec.).
Descrizione: Voluta angolare del capitello con due palmette a 5 foglie nascenti dalla base inferiore della voluta; abaco decorato in basso da kyma ionico; fusto scanalato con collarino liscio; sul collarino, incisioni verticali in corrispondenza di alcuni spigoli delle scanalature.
Produzione: Locale?
Cronologia: III-II sec. a.C.; rimaneggiato e rifunzionalizzato in epoca medievale.
Bibliografia: A. Corretti, Edificio medievale (SAS 1-2), «ASNP», s. III, XX, 2-3, 1990, 439-450; 443-444, tav. XCIII, 4-5.

 

Dagli oggetti alla storia: Il pessimo stato di conservazione in cui ci è giunto rende questo capitello un testimone diretto delle vicende entelline dall’epoca ellenistica al medioevo.
Scolpito in un calcare piuttosto tenero, forse proveniente dalla stessa regione di Entella, il capitello doveva abbellire l’atrio di una dimora di un certo livello, come documentato a Iaitas (Monte Iato). Non si può escludere che la sua destinazione fosse ancora più ‘elevata’, e che adornasse un edificio pubblico che poteva ben trovarsi in quell’area del pianoro sommitale. Terminati i fasti dell’Entella ellenistica, vissuto il lento declino dell’Entella romana, il capitello deve essere finito, col resto dell’edificio di cui faceva parte, a formare uno di quei cumuli di rovine che per i lunghi secoli della tarda antichità e dell’alto medioevo punteggiarono la Rocca d’Entella.
Con la ripresa della città, nel medioevo islamico, il capitello tornò alla luce. Forse già rovinato, venne comunque reimpiegato come pietra da costruzione. Non sapremo se fu per fretta, o per rispetto, che la mano che l’adattò alla nuova funzione spianò solo la faccia fratturata senza scalfire i resti di quella decorazione che, come altri oggetti che spuntavano dal terreno, parlava di un’antica e ignota bellezza. Il capitello fu così accomodato nella parete della canaletta, lasciando la parte decorata intatta sul lato opposto alla canaletta. Dove fu infine ritrovato dagli archeologi e degnamente ricollocato nell’
Antiquarium.

© SNS – Archivio fotografico SAET.
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