Descrizione: Meta a corpo troncoconico con piano di posa leggermente convesso e base a profilo convesso. La parte troncoconica e la base sono percorse da tre solchi longitudinali. Sul piano di posa, incavo quadrangolare quasi centrato, al cui interno sono presenti frammenti di laterizio legati con malta, per permettere il fissaggio a terra. Sulla sommità non si conservano tracce di alloggi per dispositivi di centratura del catillus.
Dagli oggetti alla storia: La meta è l’elemento conico costituente la parte inferiore della macina rotativa, che comprende un secondo elemento, il catillus, a forma di doppio cono cavo, in cui si versava il prodotto da macinare. Sovrapposto alla meta, il catillus viene ruotato mediante dispositivi lignei o metallici, provocando lo schiacciamento dei chicchi che scivolano tra il cono inferiore e la meta.
Rispetto ai tipi precedenti (le semplici pietre a superficie inclinata o piano-convessa usate in associazione a macinelli, o le tramogge), che si basavano su movimenti lineari (avanti-indietro), la macina rotativa ha il vantaggio di poter utilizzare anche la forza motrice animale: in genere l’asino (Catone, agric., 10,4; 11,4, la definisce mola asinaria), ma a volte anche il bue.
Questo tipo, nato probabilmente in ambiente punico e poi perfezionato dai Romani, si diffonde dal IV-III sec. a.C. a tutta l’età imperiale soprattutto nel Mediterraneo occidentale e prevede anche una variante più piccola, di uso manuale, molto utilizzata tra le legioni e sulle navi come dotazione di bordo.