Anfora a Cannelures E 1768

Classe: Contenitori da dispensa, medievali Forma/Tipo: Anfora assimilabile al tipo A Ardizzone Lo Bue Materiale: Ceramica con scurimento superficiale Dimensioni: diam....

Classe: Contenitori da dispensa, medievali
Forma/Tipo: Anfora assimilabile al tipo A Ardizzone Lo Bue
Materiale: Ceramica con scurimento superficiale
Dimensioni: diam. max. 20,5 ca.; alt. max. 49
Stato di conservazione / restauri: Ricomposta da frammenti e integrata con restauro; mancante dell’orlo
N. Inventario: E 1768
Collocazione: Settore H – Vetrina H1

Provenienza: Entella, Abitato medievale nella dorsale centrale di Rocca d’Entella (SAS 9) – Rinvenimento 1987

Contesto di provenienza: Strato di abbandono (US 903)

Descrizione: Collo bombato, spalla globulare, pancia lievemente bombata, fondo piano, anse a bastoncello impostate tra spalla e base del collo. Lievi cordonature orizzontali su tutta la superficie esterna. Lieve scurimento superficiale.

Produzione: Non determinata (non locale)
Cronologia: Fine XII-XIII secolo
Bibliografia: A. Corretti, Entella, in Federico e la Sicilia. Dalla terra alla corona, Palermo 1995, 93-110; 100-101, 108, scheda [A34].

 

Dagli oggetti alla storia: Insieme ad altri reperti, alcuni dei quali esposti all’Antiquarium [vd. tazza invetriata E 386], questa anfora proviene dal settore dell’abitato medievale entellino che occupava la dorsale centrale della Rocca.
 Come osservato da F. Ardizzone Lo Bue – che nel 2012 ha pubblicato uno studio complessivo sulle anfore medievali siciliane –, si tratta di una forma molto comune nei siti dell’Isola tra il X e il XIII secolo ma pochissimo attestata fuori della Sicilia: una forma di lunga durata, di uso domestico, molto simile a quella dei contenitori utilizzati in epoche recenti per conservare e raffreddare l’acqua da bere (le cd. quartare). Il corpo ceramico piuttosto poroso consente infatti l’evaporazione di parte del contenuto e il conseguente raffreddamento del liquido restante.
Non bevande pregiate venute da lontano, quindi: ma del resto, cosa di più prezioso dell’acqua fresca nelle torride estati della Sicilia interna?

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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