Coppe acrome E 4289, E 4295, E 4296

Classe: Ceramica acroma Forma/Tipo: Coppe biansate, con piede ad anello Materiale: Ceramica Dimensioni: diam. orlo 22 min. - 25,4 max.; diam....

Classe: Ceramica acroma
Forma/Tipo: Coppe biansate, con piede ad anello
Materiale: Ceramica
Dimensioni: diam. orlo 22 min. – 25,4 max.; diam. piede 6,5 min. – 7 max.; prof. vasca 8 min. – 10,5 max.
Stato di conservazione / restauri: Ricostruite interamente da frammenti e integrate con piccoli restauri
N. Inventario: E 4289, E 4295, E 4296
Collocazione: Settore F – Vetrine F2-F3
Provenienza: Entella, Area edifici pubblici nel vallone Est – Fase ellenistica – Rinvenimento 1993
Contesto di provenienza: US 3100 – Deposito di fondazione del ‘granaio’ ellenistico

Descrizione: Tre grandi coppe biansate, del tipo ad orlo semplice, leggermente assottigliato e inclinato verso l’interno; vasca con carenatura arrotondata; piede ad anello e fondo esterno leggermente convesso; anse a bastoncello, orizzontali, applicate all’altezza dell’orlo.

Nella foto, E 4295, esemplificativa del tipo.

Produzione: Locale
Cronologia: Fine IV sec. a.C.
Bibliografia: Parra in M.C. Parra, M. de Cesare, Gli edifici del vallone orientale della Rocca, «ASNP», s. IV, IV, 1, 1999, 37-55; 39, fig. 32; M.C. Parra, Rivisitando temi entellini: alcune note, «ASNP», s. 5, 11/2, 2019, 65-75; 69, nota 19, con bibl. precedente.

 

Dagli oggetti alla storia: È noto che il culto di Demetra e Kore ebbe grande rilievo in Sicilia, dove il mito colloca il ratto di Kore da parte di Ade e la successiva restituzione della figlia alla madre Demetra, episodio che simboleggia l’alternanza delle stagioni.
 Sono molti i santuari delle due divinità femminili (Thesmophoria) noti archeologicamente nell’isola e non mancano esempi in cui una stessa città ne ebbe due, uno urbano e uno suburbano: è questo il caso anche di Entella.
Queste grandi coppe rinvenute nel deposito di fondazione del ‘granaio’ ellenistico furono utilizzate per offerte alle divinità ctonie, Demetra e Persefone, il cui culto è attestato nei due
Thesmophoria attivi nella città tra la fine del VI e la prima metà del III sec. a.C.: quello urbano, di cui fa parte il ‘granaio’, che occupa una vasta area della zona orientale della città e quello periurbano all’estremità opposta, appena al di fuori della cinta muraria.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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