Lucerne acrome E 407, E 408, E 410, E 497, E 2298, E 2301, E 2407, E 2413, E 2615

Classe: Lucerne acrome Forma/Tipo: Lucerne monolicni Materiale: Ceramica Dimensioni: diam. corpo 4,5 min. - 5,2 max.; diam. base 3,2 min. -...

Classe: Lucerne acrome
Forma/Tipo: Lucerne monolicni
Materiale: Ceramica
Dimensioni: diam. corpo 4,5 min. – 5,2 max.; diam. base 3,2 min. – 4 max.; lungh. 5,8 min. – 6,4 max.; alt. 2,2 min. – 3 max.
Stato di conservazione / restauri: Interamente conservate
N. Inventario: E 407, E 408, E 410, E 497, E 2298, E 2301, E 2407, E 2413, E 2615
Collocazione: Settore G – Vetrina G3
Provenienza: Entella, Necropoli A – Fase tardoellenistica – Rinvenimenti 1989 e 1991
Contesto di provenienza: Strati omologhi (US 177, 183, 206) riferibili alla frequentazione cultuale dell’area attorno ad un basamento per offerte (trapeza) rinvenuto nella parte più settentrionale della necropoli.

Descrizione: Corpo echinomorfo, con pareti più o meno convesse, spalla concava con margine interno rialzato, beccuccio rettangolare con apici stondati o a incudine, fondo piano o a disco.

Produzione: Locale?
Cronologia: III-I sec. a.C., anche in base al contesto di provenienza

Bibliografia: Per E 407-408, 410 e 497, vd. C.A. Di Noto, R. Guglielmino, Necropoli A. Analisi dei materiali di età ellenistica, «ASNP», s. III, XXII, 3, 1992, 719-746; 735-736, tavv. XLVI, 5-6 e XLVII, 2-3.

Per E 2298, 2301 e 2615, vd. C.A. Di Noto, R. Guglielmino, Necropoli A. Tombe e materiali di età ellenistica, «ASNP», s. III, XXIV, 1, 1994, 308-331; 323-324 e 329, tavv. LXXV, 1-2 e LXXVIII, 2.

E 2407 e 2413: inedite

 

Dagli oggetti alla storia:  

L’indispensabile funzione di oggetti destinati all’illuminazione spiega l’ampia diffusione nel mondo antico delle lucerne, in tutti i contesti, pubblici e privati, ma anche la loro presenza nelle cerimonie funebri o come elementi costanti nelle pratiche rituali – e, quindi, nei depositi votivi –, dove venivano utilizzate preferibilimente nella versione acroma, probabilmente meno costosa.

Le modalità di giacitura di questi esemplari, rinvenuti assieme ad altri nell’area funeraria di Entella, e le tracce di esposizione al fuoco rivelano che facevano parte di offerte per i defunti ritualmente bruciate su un basamento in pietra (trapeza), che connota un’area di culto interna alla ‘Necropoli A’ in età tardoellenistica (o repubblicana). I resti di questi sacrifici – ceramiche (soprattutto unguentari e lucerne) miste a carboni e ossi animali combusti – venivano poi accantonati in deposizioni votive (thysiai) sul piano di calpestio o in piccole fosse circostanti la trapeza.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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