Statuetta fittile E 3306

Classe: Coroplastica Forma/Tipo: Statuetta femminile, tipo di Demetra (o offerente) con porcellino Materiale: Terracotta Dimensioni: alt. 21,5; alt. base 2;...

Classe: Coroplastica
Forma/Tipo: Statuetta femminile, tipo di Demetra (o offerente) con porcellino
Materiale: Terracotta
Dimensioni: alt. 21,5; alt. base 2; largh. base 6.7; diam. foro di scarico 3,5
Stato di conservazione/restauri: Interamente ricomposta da due frammenti
N. Inventario: E 3306
Collocazione: Settore F – Vetrina F2
Provenienza: Entella, Area edifici pubblici nel vallone Est – Fase ellenistica – Rinvenimento 1993
Contesto di provenienza: US 3100 –  Deposito di fondazione del ‘granaio’ ellenistico
Descrizione: Figura stante su base parallelepipeda a due gradini, con gamba sin. leggermente flessa.
 Polos di media altezza; capigliatura a grosse ciocche arricciate che incorniciano il volto, con scriminatura al centro della fronte; chitone con apoptygma e scollatura segnata alla base del collo, terminante con rigide e fitte pieghe verticali al di sopra delle caviglie; himation drappeggiato come uno scialle sulle spalle e sulle braccia, con margine ondulato sul seno e largo drappeggio sotto le braccia; braccia strette sotto il petto a sorreggere un porcellino. Retro piatto, lisciato, con ampio foro circolare di scarico. Internamente cava.
 Superficie con difetti di cottura; ritocchi a stecca sui capelli sui tratti del volto. Μatrice fresca.
Produzione: Locale?
Cronologia: Fine del IV sec. a.C.
Bibliografia: Parra in M.C. Parra, M. de Cesare, Gli edifici del vallone orientale della Rocca, «ASNP», s. IV, IV, 1, 1999, 37-55; 39, fig. 28.

 

Dagli oggetti alla storia: È noto che il culto di Demetra e Kore ebbe grande rilievo in Sicilia, dove il mito colloca il ratto di Kore da parte di Ade e la successiva restituzione della figlia alla madre Demetra, episodio che simboleggia l’alternanza delle stagioni.
 Sono molti i santuari delle due divinità femminili (Thesmophoria) noti archeologicamente nell’isola e non mancano casi in cui una stessa città ne ebbe due, uno urbano e uno suburbano: è questo il caso anche di Entella.
Le statuette, come questa, rinvenute nel deposito di fondazione del ‘granaio’ ellenistico sono immagini della divinità o di un’ offerente alla divinità (Demetra), il cui culto è attestato a Entella nei suoi due
Thesmophoria, attivi tra la fine del VI e la prima metà del III sec. a.C.: quello urbano, di cui fa parte il ‘granaio’, che occupa una vasta area della zona orientale della città e quello periurbano all’estremità opposta, appena al di fuori della cinta muraria.

© SNS – Archivio fotografico SAET.
Richiedi l’immagine