Descrizione: Piatto con orlo lievemente espanso, parete quasi rettilinea e piede ad anello. Sull’orlo, ampia fascia in bruno manganese; all’interno della vasca, motivo in blu cobalto a tre ovali campiti a graticcio che separano tre zone riempite con motivi fitomorfi (a forma di tralci), delimitato da una linea sempre in blu cobalto.
Dagli oggetti alla storia: Il piatto fu ritrovato insieme ad altri contenitori ceramici, frantumati ma ricomponibili, all’interno dell’ambiente B del palazzo: l’ḥammām o bagno a vapore. Può darsi che nelle fasi finali di vita del palazzo, nella città assediata, anche questo ambiente avesse perduto la propria funzione ‘di lusso’ e servisse di supporto ad alloggi di emergenza.
Le ceramiche decorate a cobalto e manganese, rarissime a Entella e nel territorio, erano materiali di importazione, di un certo pregio. Lo dimostra anche il fatto che il piatto fu riparato già in antico (si vedono ancora i fori praticati, a due a due, ai lati opposti della frattura, e poi legati con filo metallico o grappe in piombo).
L’utilizzo degli ossidi di cobalto consentiva di ottenere una colorazione azzurra: una novità che ampliava la ‘tavolozza’ delle ceramiche policrome prodotte in Sicilia e in NordAfrica, fino ad allora limitata sostanzialmente al giallo, al verde, al bruno. Così, nei primi decenni del XIII secolo, le ceramiche col nuovo colore finirono anch’esse a decorare gli esterni delle chiese a Pisa e in altre località della Toscana. Tra cui S. Maria a San Miniato, piazzaforte in Toscana di quell’imperatore Federico II che di lì a poco avrebbe posto fine a Entella.