Provenienza: Entella, Palazzo fortificato – Edificio Superiore (SAS 2) – Rinvenimento 1992
Descrizione: Orlo a tesa con lieve risalto alla congiunzione con la vasca. Smalto bianco, denso e brillante, decorazione in bruno: motivo a treccia sulla tesa e parte anteriore di un pesce sulla vasca. Esterno acromo.
Dagli oggetti alla storia: Le ceramiche smaltate in bianco con decorazione in bruno (note anche come protomaioliche ‘tipo Gela’, di probabile produzione siciliana derivata da modelli liguri) ci riportano alla fase finale della vita di Entella, prima della deportazione definitiva del 1246. Non a caso questo frammento proviene dal livello di abbandono di una delle stanze del Palazzo fortificato. Altri esemplari simili sono stati recuperati in analoghi contesti sempre nel Palazzo fortificato, oppure nel fortilizio di Pizzo della Regina, nella sua ultima fase di vita.
La prima metà del XIII secolo si era aperta a Entella con lo splendore e la centralità conferitagli dall’essere – secondo le fonti arabe – la sede dell’emiro ibn ’Abbad, che aveva costituito nella Sicilia occidentale un vero e proprio stato islamico, capace per alcuni anni di resistere al potere imperiale. Poi la morte dell’emiro, la vittoria di Federico II, le prime deportazioni, l’assedio, l’isolamento, la fame; e il disperato gesto della figlia di ibn ’Abbad, immortalato dai racconti arabi e – ancora oggi – dal nome dell’altura più elevata di Entella, il ‘Pizzo della Regina’, appunto; l’ultima resistenza e la deportazione definitiva nel 1246. Poi, il niente.
E allora, a chi sarà appartenuta questa ciotola? Una delle ultime dotazioni dell’emiro ribelle? O piuttosto il corredo di un soldato federiciano, di stanza a Entella dopo la deportazione? La risposta, come dice una canzone, è nel vento, la sola voce che oggi si sente a Entella.