Lekythoi a figure nere E 340, E 341

Classe: Ceramica a figure nere Forma/Tipo: Lekythoi Materiale: Ceramica Dimensioni: alt. 14,8 e 13,5 (max. cons.); diam. bocchello 3,2; diam. piede...

Classe: Ceramica a figure nere
Forma/Tipo: Lekythoi
Materiale: Ceramica
Dimensioni: alt. 14,8 e 13,5 (max. cons.); diam. bocchello 3,2; diam. piede 3,7 e 3,6
Stato di conservazione / restauri: Ricostruite quasi interamente, con lacune nella parte superiore (orlo, collo, spalla, ansa)
N. Inventario: E 340, E 341
Collocazione: Settore E – Vetrina E3
Provenienza: Entella, Necropoli A – Rinvenimento 1987
Contesto di provenienza: Strato di abbandono superficiale (US 1/B 12)

Descrizione: Due lekythoi identiche per dimensioni, forma e decorazione. Bocchello troncoconico, con margine piano (E 340), collo a profilo concavo, spalla obliqua, corpo cilindrico rastremato verso il basso, piede a disco, ansa a nastro impostata tra il collo e la spalla. Parti verniciate: bocchello, ad eccezione del labbro; esterno dell’ansa; terzo inferiore del corpo e faccia superiore del piede. Alla base del collo, raggiera di tratti; sulla spalla corona di boccioli di loto stilizzati; spigolo della spalla marcato da linea a vernice nera; sul corpo tre palmette verticali separate da boccioli di loto e contornate da archi sovradipinti in bianco; sotto, fascia a vernice nera.

Produzione: Attica – Officina del Pittore della Megera.
Cronologia: Primi decenni del V sec. a.C.
Bibliografia: R. Guglielmino, Necropoli A, «ASNP», s. III, XVIII, 4, 1988, 1523-1542; 1538, tav. CCCIV, 3-4; M. de Cesare, Le importazioni di ceramica figurata attica ad Entella: alcune osservazioni, in Seconde Giornate Internazionali di Studi sull’area elima. Atti del convegno (Gibellina, 22-26 ottobre 1994), Pisa 1997, 357-370; 359, tav. LV, 4.

 

Dagli oggetti alla storia: La “Necropoli A” di Entella ebbe tre consistenti fasi d’uso testimoniate dalle innumerevoli sepolture messe in luce tra il 1987 e il 2005: nella prima e nella tarda età ellenistica, poi in età medievale. Tuttavia, in vari punti dell’area sono stati rinvenuti anche materiali di corredo funerario più antichi e non riconducibili ad alcuna delle sepolture individuate. L’ipotesi più plausibile è che si tratti di testimonianze residue di un uso della necropoli in età arcaico/classica e che la loro presenza sporadica e fuori contesto sia dovuta ad operazioni di rimozione, esumazione e sconvolgimento avvenute nelle fasi successive di utilizzo dell’area funeraria.
Le due
lekythoi, di un tipo seriale molto diffuso nei decenni iniziali del V sec. a.C. in Sicilia e Magna Grecia, sono un esempio significativo di questo fenomeno.

 

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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