Descrizione: Orlo spiovente, a sezione triangolare (E 401 e 404), alto collo cilindrico (E 403 e 404, lievemente rastremato verso il basso), corpo fusiforme evoluto (con diam. max. nella parte centrale del corpo), breve stelo cilindrico centinato che si allarga a formare il piede troncoconico, indistinto. Tracce di annerimento da esposizione al fuoco. E 2516 si differenzia per il corpo piriforme su base campanulata che lo riconduce ad una tipologia cronologicamente precedente. Nell’immagine, da sin. a ds., E 403, E 401, E 404, E 2516.
Dagli oggetti alla storia: Gli unguentari sono tra gli oggetti più comuni nei corredi funerari, dove si ritiene abbiano sostituito in età ellenistica le lekythoi come contenitori di profumi. Tra il IV sec. a C. e la fine dell’età repubblicana, ma ancora fino alla prima metà del I sec. d.C., la loro forma si evolve passando dal tipo piriforme al fusiforme, che si sviluppa facendosi sempre più sottile e allungato. Nella Necropoli A di Entella, gli unguentari sono molto comuni soprattutto nelle sepolture tardoellenistiche. Ma questi esemplari, assieme ad altri rinvenuti nello stesso contesto, ci raccontano una storia ancora diversa: la loro giacitura e le tracce di esposizione al fuoco rivelano che facevano parte di offerte per i defunti, ritualmente bruciate su un basamento in pietra (trapeza) rinvenuto nel settore più a Nord della necropoli. I resti di questi sacrifici – ceramiche (soprattutto unguentari e lucerne) miste a carboni e ossi animali combusti – venivano poi accantonati in deposizioni votive sul piano di calpestio o in piccole fosse circostanti la trapeza stessa.