Pisside a v.n. sovradipinta E 344

Classe: Ceramica a vernice nera sovradipinta Forma/Tipo: Pisside stamnoide Materiale: Ceramica Dimensioni: diam. orlo 7,2; diam. max. 10,2; diam. piede...

Classe: Ceramica a vernice nera sovradipinta
Forma/Tipo: Pisside stamnoide
Materiale: Ceramica
Dimensioni: diam. orlo 7,2; diam. max. 10,2; diam. piede 5,2; alt. 7,8
Stato di conservazione / restauri: Quasi interamente conservata; mancano le anse e parti dell’orlo integrate con restauro
N. Inventario: E 344
Collocazione: Settore G – Vetrina G2

Provenienza: Entella, Necropoli A – Fase ellenistica – Rinvenimento 1987

Contesto di provenienza: Banco gessoso (US 78) sotto allo strato superficiale

Descrizione: Alto orlo svasato con gradino all’interno, corpo lenticolare, piede ad anello; attacco di anse verticali a bastoncello impostate sulla spalla. Su entrambi i lati della spalla, tra le anse, tralcio vegetale con foglie lanceolate sovradipinto in bianco. Fondo esterno verniciato.

Produzione: Locale?
Cronologia: Fine IV – inizi III sec. a.C.
Bibliografia: R. Guglielmino, Necropoli A, «ASNP», s. III, XVIII, 4, 1988, 1523-1542; 1541, tav. CCCVII, 1.

 

Dagli oggetti alla storia: Dalla ceramica protogeometrica e geometrica, a quella corinzia e poi attica a figure nere e rosse, la forma della pisside (pyxis), a pareti generalmente verticali o convesse e dotata di un coperchio, è considerata un vaso di uso prevalentemente femminile, utilizzato per contenere profumi, unguenti, gioielli. Le pissidi stamnoidi come questa prendono il nome da un altro vaso caratterizzato da anse verticali impostate sulla spalla, lo stamnos, anch’esso generalmente ricondotto all’ambito femminile.
Pissidi di questo tipo sono state rinvenute a Entella soprattutto nell’area della ‘Necropoli A’. Le decorazioni, in genere a motivi vegetali semplificati o stilizzati, sovradipinti, riconducono ad un ambiente produttivo verosimilmente locale. Anche questo esemplare (come E 345-346) non è associato ad alcun resto di sepoltura e la sua presenza – assieme a quella di altri materiali coevi – è spiegabile forse come il risultato di rimozioni e sconvolgimenti avvenuti, nell’area funeraria, in epoche successive alla fase di utilizzo ellenistica o, addirittura, come l’esito di interventi recenti di clandestini.

© SNS – Archivio fotografico SAET.

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